L’obiettivo della nascita della Fondazione e dell’inaugurazione di una casa comune, quale luogo d’incontro e di condivisone è principalmente quello di bloccare – attraverso la nascita dell’ente privato – proteggendolo in una prospettiva de futuro, che vada ben oltre le contingenze dell’esistenza umana, il grande patrimonio spirituale che don Gianni Citro ha realizzato negli ultimi vent’anni come parroco della comunità cilentana. Tra gli scopi ben incisi nello statuto della Fondazione e, quindi tra le volontà del fondatore, emerge – oltre alla organizzazione del Meeting del Mare – il nobile obiettivo di “studiare e valorizzare la cultura, la religione e l’arte che hanno segnato la storia e la civiltà delle popolazioni cilentane, dall’antichità preistorica ad oggi e di tutte le popolazioni del Bacino del Mediterraneo, con particolare attenzione ai fenomeni di contaminazione ed integrazione culturale, religiosa ed etnoantropologica che si sono verificati nei secoli e ai patrimoni creativi che ne sono nati”.
Arte, cultura, contaminazione, integrazione, ambiente, natura, accoglienza, disagio sociale, crescita umana, popolazioni locali, giovani, territorio cilentano, antico, incontro, avanguardia sono alcune delle parole chiave che si leggono negli scopi che la fondazione si prefigge di raggiungere i quali faranno da guida (ci auguriamo!) ai tanti giovani che ne fanno parte come Emilia Volpe che afferma: “Lasciando raccontare a don Gianni i dettagli, posso dire che questo è l’inizio di una storia di gruppo per la fondazione e un segnale di apertura a tutta la comunità camerotana: ciò che è cultura, qualunque espressione artistica o di pensiero ha un luogo fisico di incontro”.